Conosciuto come il gigante buono degli oceani, questo mammifero d’acqua è spesso vittima della pesca senza limiti e controlli, a tal punto che in Cina può essere considerato estinto.
Analizzando una serie di dati storici, e realizzando interviste sul campo, i ricercatori hanno scoperto che non ci sono avvistamenti di dugonghi in Cina dal 2000.
Il dugongo è un personaggio unico del mare. Con un peso di quasi mezza tonnellata, è l’unico mammifero marino erbivoro. Simile nell’aspetto e nel comportamento al lamantino, ma distinto per la sua coda simile a una balena, la sua disposizione gentile e apparentemente benigna ha spinto molti a credere che la sua forma abbia ispirato antichi racconti marinari di sirene.
Purtroppo, il suo habitat vicino alla costa cinese lo ha reso vulnerabile e i pescatori lo catturano per pelle, ossa e carne. Dopo un notevole calo della popolazione, i dugonghi sono stati classificati come animali protetti dal Consiglio di Stato cinese nel 1988.
Ma i ricercatori ritengono che la continua distruzione del suo habitat – inclusa la mancanza di fanerogame, l’alga alla base dell’alimentazione di questo animale – abbia causato un “rapido collasso della popolazione”. Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente stima una perdita del 7 per cento di fanerogame a livello globale ogni anno a causa dell’inquinamento industriale e agricolo, dello sviluppo costiero, della pesca non regolamentata e del cambiamento climatico.
Si spera che la sua scomparsa in Cina possa servire da monito per la sua salvaguardia nel resto del mondo. La specie, infatti, si trova in altre 37 regioni tropicali del mondo – in particolare nelle acque costiere poco profonde dell’oceano Indiano e del Pacifico occidentale – ed è classificata come “vulnerabile” nella lista delle specie minacciate dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn).
Un esempio positivo arriva dagli Emirati Arabi Uniti: l’emirato di Abu Dhabi ha deciso di proteggere e ripristinare gli ecosistemi costieri con un piano per ripiantare 12.000 ettari di mangrovie, barriere coralline e alghe sottomarine. Un intervento che dovrebbe favorire la sopravvivenza di quella che si ritiene essere la seconda popolazione mondiale di dugonghi nel mondo.