Come ben sapete Nonno Pippinu aveva l’abitudine di dare la ‘nciuria alle persone che gli stavano a cuore, e così il suo amico Asparinu (Gaspare) era stato soprannominato Vrucculidda.
Vrucculidda era un carrettiere palermitano che comprava broccoli nel trapanese. Un giorno chiese a mio nonno di accompagnarlo ad Alcamo per un importante carico; aveva paura, essendo da solo, che al ritorno attraversando il territorio tra Partinico e Montelepre potesse essere derubato.
Così, nelle campagne di Alcamo caricarono il carretto di broccoli, e il contadino Micheluzzu ne regalò a Nonno Pippinu una cesta “particolare”, da cucinare con la famiglia e con le persone speciali.
Al ritorno, con il carretto stracarico di broccoli, in una trazzera tra Montelepre e Sagana, Vrucculidda e Nonno Pippinu vennero fermati da quattro uomini con le lupare. I due si spaventarono moltissimo e temettero il peggio; si tranquillizzarono solo quando uno dei quattro uomini disse: “Pippinu, sapemu ca tu cucini bonu a paista cu vrocculi arriminati.
A Mezzanotte tuppuliamu na porta ra to Taverna ri Munriali, semu in dudici, cu nuatri je un cristianu chi cunta assai picchi aiuta i poveri, e ca parra bonu ri tia e a rotó famigghia, quindi fanni truvari pasta cu Vrucculu arriminati e vinu bianco friscu”.
Asparinu Vrucculidda, tornò a casa con il suo bel carico di broccoli, Nonno Pippinu invece rientrò con tanti pensieri preoccupato per quella cena. Nonna Nina portò a dormire a casa di sua sorella Sasà, zia Rosa, zia Antonia, zia Giovanna e mia madre. Mentre zio Pino e zio Nino furono impiegati nel servire gli uomini in quel banchetto che prevedeva la pasta con i broccoli arriminati, sarde a beccafico e caponata di melanzane.
La dozzina di uomini, e in particolare colui che aveva ordinato “la cena di mezzanotte”, apprezzarono la cucina e uno di loro fece capire ai miei nonni che non avrebbero dovuto parlare con nessuno di quanto accaduto. Prima di andarsene non chiese il conto ma lasciò 10.000 lire sul bancone che però Nonno Pippinu non accettò, anzi con coraggio disse che quella cena era stata la prima e l’ultima, che non voleva noie e rotture di cabbasisi. Nelle notti seguenti però, turbati da quella serata, non riuscirono ad addormentarsi.
Del viaggio ad Alcamo con il carico di broccoli, di Asparinu detto Vrucculidda e di quella cena, rimase solo il piatto della pasta con i broccoli arriminati che Nonno Pippinu ribattezzò nella sua Taverna di Salita Valenza, come La Pasta ri Vrucculidda.”
Oggi la mia rivisitazione è con crema di broccoli e filetti di acciughe.
- In una padella mettete l’olio evo e l’aglio, lasciate soffriggere per pochi secondi quindi aggiungete i filetti di acciughe e con un cucchiaio di legno pestateli.
- Un volta sciolti i filetti di acciughe nell’olio, togliete l’aglio, quindi aggiungete la cipolla tagliata fine, rosolate, aggiungete i pinoli, quindi fate si che la cipolla sia semi dorata, mentre i pinoli leggermente brustoliti.
- A questo punto aggiungete i broccoli precedentemente lavati e tagliati, aggiungete un pizzico di sale, rosolate, quindi mettete un mestolo di acqua calda della pentola della pasta. Coprite con un coperchio, quindi cuocete per circa 10/15 minuti. Capirete la cottura del broccolo dalla sua morbidezza.
- In un boccale mettere tutto il condimento dei broccoli, quindi frullate finché non avete ottenuto una crema densa e compatta.
- Versate la crema nella padella.
- Quando l’acqua della pentola bolle, salate, quindi calate la pasta mista.
- Mentre la pasta cuoce, in un contenitore aggiungete il formaggio grattugiato e mezzo mestolo di acqua di cottura della pasta, amalgamate energicamente in maniera da formare una crema di formaggio.
- A 2 minuti dalla cottura della pasta, trasferitela nella padella con la crema di broccoli, amalgamate, quindi portate a cottura con l’aiuto di 1-2 mestoli di acqua di cottura della pasta.
- Spegnete il fuoco, aggiungete la crema di formaggio, pepate, quindi amalgamate velocemente.
- Impiattate, definite il piatto aggiungendo i filetti di acciughe sminuzzati e altro pepe macinato al momento.